エピソード

  • Le voci del cambiamento all’Istituto Levi di Quartu Sant’Elena
    2025/06/02
    In un podcast realizzato con Unica Radio e promosso dal Comune di Quartu, gli studenti danno voce a una città che si evolve attraverso passioni, idee e nuovi linguaggi generazionali.

    Un gruppo di giovani studenti dell’Istituto Levi di Quartu Sant’Elena ha preso in mano microfoni e idee per raccontare la loro città attraverso un progetto speciale. Il podcast, realizzato in collaborazione con Unica Radio, è promosso e finanziato dal Comune di Quartu Sant’Elena – Assessorato ai Servizi Sociali e alle Politiche Generazionali, nell’ambito delle attività dell’Assessorato alla Coesione Sociale. Un progetto che unisce educazione, cittadinanza attiva e comunicazione in un format audio originale, dinamico, libero, dove i ragazzi esplorano i temi più vicini alla loro quotidianità: la musica, lo sport, l'editoria, l’evoluzione della radio e le relazioni.

    Dalla scuola alla radio: una palestra di espressione libera

    Nel podcast, i microfoni diventano strumenti per esercitare la voce, ma anche il pensiero critico. I protagonisti, tra cui Carlo Parel, Timeo, Kiki, Massi e tanti altri, discutono insieme ai compagni e ai tutor di Unica Radio della nascita della radio universitaria, della sua evoluzione e della convivenza con il podcasting nell’era digitale. Le riflessioni si intrecciano a momenti di musica dal vivo – come l’esibizione inedita del brano Ultimo Time, nato dall’esperienza personale dell'autore – e a classifiche sui migliori e peggiori giocatori della Serie A, dimostrando come passione e competenza giovanile possano fondersi in un prodotto autentico e coinvolgente.

    Il progetto permette ai ragazzi di sviluppare competenze comunicative, confrontarsi con i linguaggi del digitale e raccontare il proprio vissuto. Non mancano momenti di ironia, spontaneità e riflessione emotiva, come nelle interviste sul significato di un tatuaggio o sulle dinamiche affettive dietro un testo musicale. Ogni episodio diventa un ritratto sincero del mondo adolescenziale, colto nei suoi slanci creativi e nelle sue domande sul futuro.

    Un archivio sonoro per raccontare la città che cambia

    L’iniziativa si configura come un archivio audio unico, in grado di custodire voci, storie e riflessioni che spesso restano escluse dai canali informativi tradizionali. La radio, con la sua capacità di adattarsi e rinnovarsi, resta al centro di questa esperienza. È un medium vivo, capace di offrire ancora spazio alla parola, alla narrazione e alla relazione, anche in un tempo dominato da video e social network. I ragazzi lo dimostrano con spontaneità: dalla domanda su chi abbia creato la radio alla consapevolezza che oggi i podcast sono figli e alleati del mezzo radiofonico.

    Il podcast è disponibile su UnicaRadio.it e rappresenta un esempio concreto di come l’educazione informale e i media possano lavorare insieme per stimolare consapevolezza, socialità e capacità espressiva. Il Comune di Quartu, attraverso il suo Assessorato ai Servizi Sociali, ha scelto di investire sui giovani, ascoltandoli e offrendo loro strumenti per diventare narratori del proprio tempo. Un esempio di buona pratica territoriale da ascoltare e replicare.

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    14 分
  • Ludica: dove la storia diventa digitale e condivisa
    2025/06/02
    In questa intervista esclusiva, Giampaolo Salice, professore di storia moderna e coordinatore della Ludica Scuola estiva di storia digitale e pubblica, ci racconta come nasce e si sviluppa questo progetto innovativo: un laboratorio immersivo dove si costruiscono insieme biografie digitali, si esplorano archivi pubblici e privati, si creano piattaforme online con strumenti open source e si vive il territorio dialogando con le comunità locali.

    Ludica è molto più di una scuola estiva: è un’esperienza laboratoriale, un progetto formativo e di ricerca partecipata che trasforma il modo di fare storia. Lo racconta con entusiasmo Giampaolo Salice, professore associato di storia moderna all’Università di Cagliari e coordinatore della scuola.

    Dalla Bottega Digitale al campo sul territorio

    Il progetto si articola in due momenti principali: la Bottega Digitale e il campo estivo sul territorio. La prima è un laboratorio tecnico e concettuale in cui studenti e studiosi imparano a costruire bibliografie automatizzate, schede di classificazione per oggetti storici e archivi digitali. «L’obiettivo – spiega Salice – è fornire strumenti pratici per descrivere e collegare tra loro fotografie storiche, interviste, documenti, tutto ciò che può essere meta-datato e reso accessibile sul web in modo competente».

    Le tecnologie usate sono Zotero per la costruzione delle bibliografie e Omeka S per realizzare portali tematici. Ogni edizione di Ludica genera così un sito web completo, con centinaia di oggetti digitali organizzati e consultabili.

    Una volta terminata la fase digitale, i partecipanti si spostano sul campo, esplorando il territorio e interagendo direttamente con archivi comunali, ecclesiastici e privati. A Cagliari, tema e luogo dell’edizione 2025, l’attenzione è rivolta alle confraternite laicali, realtà storiche secolari che hanno lasciato un segno profondo nella storia cittadina.

    La forza di Ludica sta anche nella sua dimensione collaborativa e inclusiva: si lavora in gruppo, si coinvolgono archivisti, amministratori locali, associazioni, ma anche semplici cittadini, custodi di memorie e patrimoni immateriali. Ogni giornata si conclude con un seminario pubblico, occasione per confronti e dibattiti.

    La storia si scrive insieme

    Gli studenti non solo partecipano ma diventano autori di storie digitali. Ogni esperienza viene raccolta in un portale chiamato Storie digitali Unica e successivamente pubblicata in un quaderno diari-di-bordo a cura di UnicaPress, la casa editrice dell’ateneo.

    Giampaolo Salice è ottimista: «Ludica è un modello che sta suscitando interesse anche altrove. Continueremo in Sardegna per ora, ma potremmo presto portare il nostro approccio in altre città italiane o addirittura all’estero».

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    12 分
  • L’Europa attraverso lo sguardo dei giovani
    2025/06/01
    Con lo sguardo di Damiano, studente universitario sardo, il podcast “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” intreccia esperienze personali, storia dell’Unione e desiderio di appartenenza, tra insularità e sogni di mobilità.

    Nel cuore della Sardegna, tra i paesaggi familiari e la distanza dal continente, nasce il racconto di Damiano, giovane studente di Scienze della Comunicazione con un sogno chiaro: sentirsi davvero europeo. Il suo diario, trasformato in podcast narrativo, accompagna l’ascoltatore lungo un viaggio personale e collettivo. “Europa, questa sconosciuta: diario di una cittadina (quasi) consapevole” è il titolo di questo progetto audio che unisce esperienze vissute in un'isola con i grandi temi dell’identità europea.

    Attraverso il format del podcast, il racconto si sviluppa in dodici minuti di riflessione intensa e coinvolgente. Damiano osserva l’Europa dal margine geografico della Sardegna, sentendosi lontano e vicino allo stesso tempo. La sua è una voce che pone domande, che cerca risposte nel dialogo con la memoria storica, nelle opportunità offerte dalla mobilità giovanile e nell’incontro con altri ragazzi europei.

    Il Manifesto di Ventotene e l’EYE come simboli di partecipazione

    Il cuore del racconto è il viaggio a Strasburgo in occasione dell’European Youth Event (EYE), l’evento che ogni due anni riunisce migliaia di giovani nel Parlamento europeo. Damiano parte da una riflessione su cosa significhi oggi essere europei, per poi scoprire, nella partecipazione e nel confronto, nuove possibilità di sentirsi parte di una comunità più grande.

    Un ruolo centrale lo gioca anche il riferimento al Manifesto di Ventotene, simbolo della speranza in un’Europa unita e democratica. Questo documento diventa, nel podcast, un ponte ideale tra il passato e il presente, tra le idee di Altiero Spinelli e le istanze delle nuove generazioni. La narrazione si carica così di valore simbolico e politico, portando l’ascoltatore a interrogarsi sull’eredità dell’Unione Europea e sulla sua attualità.

    Uno strumento di educazione civica e narrazione autentica

    Il podcast non è solo un racconto personale: rappresenta anche un efficace strumento di sensibilizzazione e educazione civica. Attraverso un linguaggio semplice ma profondo, si rivolge a studenti, docenti, operatori culturali e curiosi. La forma del diario permette di accedere in modo diretto e intimo a riflessioni che toccano temi come l’insularità, la cittadinanza attiva, il diritto alla mobilità e la costruzione di un’identità europea condivisa.

    Il progetto, realizzato per l’EYE 2025 e diffuso attraverso le reti giovanili e universitarie, si inserisce in un panorama in cui l’audiovisivo e il podcasting diventano strumenti potenti per raccontare l’Europa da una prospettiva inedita: quella dei giovani che la vivono, la sognano e vogliono cambiarla.

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    7 分
  • Maria Giovanna Cherchi racconta i suoi 30 anni di musica
    2025/06/01
    La cantautrice sarda Maria Giovanna Cherchi si apre ai microfoni di Unica Radio con un’intervista che attraversa emozioni, ricordi e progetti futuri. Un racconto che parte dall'infanzia e arriva fino ai circoli sardi nel mondo, passando per scuole, piazze e teatri

    Maria Giovanna Cherchi festeggia trent’anni di carriera con “Brincu”, il nuovo album pubblicato il 25 aprile, che segna una tappa fondamentale nel percorso della cantautrice sarda. Un disco celebrativo che nasce da un’esigenza profonda: fare il punto su una carriera vissuta con leggerezza, serenità e radicamento nella cultura sarda. Intervistata da Unica Radio, Maria Giovanna Cherchi racconta le sue prime esperienze nel mondo della musica, partite all’età di sei anni grazie all'influenza del padre, e ricorda il momento decisivo del 1995, quando la vittoria a un concorso canoro a Olbia le aprì le porte del panorama musicale isolano.

    Il titolo dell’album, Brincu, significa “salto” in lingua sarda: “questi anni – spiega – sono volati come un salto, ricchi di emozioni e incontri”. Il disco si configura come un ponte tra memoria e innovazione, tra balli tradizionali e arrangiamenti moderni, con l’intento di proiettare la musica popolare sarda verso un pubblico contemporaneo, mantenendone intatta la magia.

    Brinco, come simbolo di continuità: scuole, piazze e circoli sardi nel mondo tra i prossimi appuntamenti dell'artista

    Nel 2025, Maria Giovanna Cherchi porterà Brincu in tour in tutta la Sardegna, con tappe previste nei teatri, nelle piazze e soprattutto nelle scuole: “sono anche un’insegnante, e credo nel ruolo della scuola come motore culturale”. Non mancheranno, inoltre, le date nei circoli dei sardi all’estero, da sempre punti di riferimento fondamentali nella sua carriera internazionale.

    La musica di Maria Giovanna è profondamente intessuta di identità, ma capace di parlare anche a chi non conosce il sardo. Le emozioni che desidera trasmettere sono universali: serenità, appartenenza, affetto. La sua voce si fa veicolo di una Sardegna che accoglie, che resiste, che si evolve. “Quando un bambino mi manda un video mentre canta una mia canzone – racconta – quello è il regalo più grande. La mia missione è aiutare la Sardegna a essere popolo, a sentirsi famiglia”.

    Nel disco, dedicato alla nonna novantaduenne e alla sua famiglia, si sente forte l’influenza di una Sardegna vissuta e sofferta, ma sempre con coraggio e dignità. Tra le collaborazioni, spiccano nomi come Piero Marras, Fausto Leali e Mango, che hanno arricchito il percorso musicale di Maria con sensibilità e rispetto per le sue radici.

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    11 分
  • Mind The Gap: racconta le distanze tra generazioni e tecnologie
    2025/05/31
    Un viaggio tra smartwatch, gettoni e ricordi in bianco e nero per capire come i cambiamenti tecnologici influiscano sulle relazioni tra generazioni.

    Il podcast Mind The Gap debutta con una puntata ricca di spunti, tra tecnologia, storia e divari generazionali. Ospiti d'eccezione Andrea Congiu, professore e esperto di economia, guidano gli ascoltatori in un viaggio che parte dagli smartphone per arrivare ai ricordi degli anni '60.

    Uno dei temi centrali è il divario tecnologico tra genitori e figli. Si racconta di un bambino di 4 anni che, con uno smartwatch senza SIM, ha intasato i numeri di emergenza 112 e 118. Un episodio che evidenzia come le nuove generazioni abbiano una familiarità innata con dispositivi che per gli adulti restano misteriosi.

    Tra gli argomenti principali spicca il tema del divario generazionale, ben rappresentato da un episodio curioso: un bambino di quattro anni, giocando con uno smartwatch senza SIM, riesce a bloccare le linee di emergenza del 112 e 118. L’aneddoto, per quanto divertente, mette in luce un tema importante: la familiarità dei bambini con i dispositivi digitali, spesso superiore a quella degli adulti, ma senza una piena consapevolezza dei rischi. La tecnologia, dunque, non è neutra, e il podcast lo dimostra esplorando anche l’importanza della media education.

    Gettoni, cabine e treni: la telecomunicazione negli anni del boom economico

    La seconda parte della puntata si trasforma in un racconto d’epoca, in cui Andrea Congiu riporta alla luce oggetti e abitudini oggi dimenticati, ma carichi di significato. Dalle cabine telefoniche pubbliche al monopolio SIP, dai gettoni telefonici alla prenotazione dei biglietti ferroviari con giorni d’anticipo: ogni ricordo diventa uno strumento per comprendere il modo in cui gli italiani comunicavano prima dell’avvento del digitale.

    Non manca un passaggio sull’autostrada del Sole, simbolo del miracolo economico italiano e della mobilità ritrovata, ma anche delle trasformazioni sociali che coinvolsero intere famiglie. In quel contesto, la comunicazione era lenta, spesso vincolata allo spazio fisico e alle infrastrutture statali, un mondo lontano anni luce dagli attuali messaggi vocali su WhatsApp o dai reel su Instagram.

    cultura pop e segni distintivi: la moda come specchio delle ideologie

    Un altro elemento che arricchisce Mind The Gap è l’analisi delle culture giovanili, che tra gli anni ’60 e ’70 si esprimevano anche attraverso l’abbigliamento. Il podcast racconta come le scelte di stile fossero veri e propri manifesti politici: gli eschimi (giacconi con cappuccio) per la sinistra giovanile, gli stivaletti con tacco per i giovani borghesi, i Ray-Ban come emblema di un certo stile americano, reso celebre da film come Top Gun. Anche la musica occupa un posto centrale nella narrazione, con riferimenti ai vinili, alle discoteche e all’impatto visivo di film iconici come Saturday Night Fever.

    Questo intreccio di musica, moda e memoria aiuta gli ascoltatori a comprendere come ogni generazione si sia raccontata e riconosciuta attraverso simboli e codici condivisi, oggi spesso trascurati nell’epoca dell’ipercondivisione digitale.

    Ascoltare per comprendere: la missione di Mind the Gap

    Il podcast si conclude con una riflessione aperta: cosa possiamo imparare dai conflitti e dai dialoghi tra generazioni? Mind The Gap non si limita a un’operazione nostalgica, ma propone una chiave di lettura critica del presente, suggerendo che conoscere il passato non significa rifiutare l’innovazione, ma comprenderla meglio.

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    50 分
  • Fili di Emozioni con Deborah Mazzuzi
    2025/05/31
    Fili di emozioni: l'artigianato che con pazienza e amore tesse fili di esperienze che rimangono impresse in eterno.

    Deborah Mazzuzi è un ex imprenditrice cagliaritana, che per lungo tempo investe tutta la sua passione con impegno e volontà, nei suoi diversi saloni di estetica e nails studio Unghie Da Diva. Inizia così la sua grande passione per l'arte, qualcosa che porta dentro Sé, non solo come indole ma come sfida continua con la sua personalità forte e determinata.

    Inizialmente Deborah costruisce il suo impero con tenacia, affrontando sicuramente incertezze e dubbi iniziali, per poi mettersi definitivamente in gioco, diventando insegnante e divulgatrice di un'arte che ai metà del 2000, nell'ambito cagliaritano era poco conosciuto. Fu una delle prime a ricreare armonia e delicatezza nelle unghie di tutte le sue clienti, donando la perfezione di mani e piedi curati; unghie ricostruite, ben modellate e decorate, come se impressi ci fossero ricami e fili colorati.

    Strade e sentieri che cambiano

    La vita spesso, però cambia rotta e direzione, anche quando tutto sembra già compiuto; Diventa mamma e seppur inizialmente continua nel suo operato, con la nascita della seconda figlia decide che la sua missione diventa quella della mamma a tempo pieno.

    Deborah, però, in tutto il tempo in cui svolge la sua nuova missione di mamma, sente battere ancora dentro il cuore l'emozione per l'arte. Decide così di portare qualcosa di innovativo e che riesce a mettere d'accordo emozioni, cuore, e ricordi.

    Ricordi fatti di messaggi, dediche ornamentate da fili che intrecciandosi vanno a ricreare situazioni vissute in diversi campi esistenziali.

    In cosa consiste il progetto fili di emozioni?

    Fili di emozioni è il nuovo progetto di Debora Mazzuzi; un modo di riproporre l'artigianato con il cuore. Come una fata sarda, tesse e intreccia fil di ferro realizzando cornici, che ripropongono figure e sagome di persone, animali, vestiti e tanto altro con l'utilizzo di vari strumenti e oggettistica. Ricrea la perfezione di momenti sentimentali, celebrazioni, eventi lavorativi e tanto altro in meravigliose cornici ed emotions box.

    Lo strumento principale rimangono e rimarranno sempre le sue mani; dai tempi di Unghie Da Diva a Fili Di Emozioni, Deborah Mazzuzi, per mezzo di esse esprime la sua anima, che con molta generosità regala luce e sorrisi alla sua clientela. Non manca sicuramente qualche lacrima, di gioia e commozione! ma d'altronde le emozioni sono anche questo.

    Per tutti i dettagli dell'intervista Unica radio.it Spotify Apple Music

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    18 分
  • Cagliari annuncia il ritiro estivo a Ponte di Legno dal 13 luglio
    2025/05/30

    Il Cagliari Calcio ha ufficializzato la data e la location del ritiro estivo in vista della prossima stagione calcistica. La squadra rossoblù si ritirerà a Ponte di Legno a partire dal 13 luglio, in una scelta che punta a un ambiente ideale per la preparazione atletica e mentale dei giocatori. Il ritiro rappresenta un momento cruciale per lo staff tecnico e la squadra, fondamentali per mettere le basi di un campionato competitivo e ambizioso.

    L’importanza del ritiro estivo per il Cagliari Calcio

    Il ritiro a Ponte di Legno è una tappa fondamentale per il Cagliari, soprattutto dopo una stagione ricca di sfide. La montagna e l’aria pura del Trentino offrono condizioni ottimali per la preparazione fisica degli atleti, consentendo allo staff tecnico di lavorare su allenamenti intensivi e programmi personalizzati.

    Durante il ritiro, il tecnico e il suo staff avranno modo di valutare la condizione dei calciatori, inserire i nuovi arrivati e perfezionare schemi tattici. In un periodo delicato come quello pre-campionato, l’ambiente raccolto di Ponte di Legno favorisce la coesione del gruppo e la concentrazione sui prossimi obiettivi.

    Dettagli del ritiro e programma

    Il ritiro del Cagliari inizierà ufficialmente il 13 luglio e si svolgerà per circa due settimane. La scelta di Ponte di Legno non è casuale: la località è nota per le sue strutture sportive di alto livello e per la possibilità di combinare allenamenti intensi con momenti di recupero e relax in un contesto naturale.

    Oltre agli allenamenti quotidiani, sono previste amichevoli e incontri con la stampa per tenere i tifosi aggiornati sullo stato di forma della squadra. Il ritiro sarà anche l’occasione per presentare nuovi acquisti e confermare la fiducia nei protagonisti già presenti in rosa.

    Obiettivi e aspettative per la stagione 2025-2026

    Il Cagliari Calcio arriva a questo ritiro con la volontà di migliorare la posizione in classifica rispetto alla scorsa stagione. Il club punta a una stagione di rilancio, facendo leva sulla solidità tattica e sull’entusiasmo dei giovani talenti.

    L’ambiente di Ponte di Legno sarà quindi il laboratorio perfetto per costruire un’identità chiara, aumentando la compattezza della squadra e preparando al meglio i giocatori per gli impegni futuri.

    Conclusioni

    Il ritiro a Ponte di Legno dal 13 luglio segna l’inizio ufficiale della preparazione del Cagliari Calcio per la stagione 2025-2026. Un momento chiave per costruire un gruppo forte e determinato, capace di rispondere alle sfide del campionato. I tifosi possono già iniziare a sognare, consapevoli che la squadra sta lavorando duramente per tornare protagonista.

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  • Karim Galici tra arte, accessibilità e amicizia lunga trent’anni
    2025/05/30
    Il documentario Run Trip Life di Karim Galici racconta la disabilità con autenticità e speranza

    Il documentario nasce da un’esperienza reale: un viaggio da Cagliari a San Francisco compiuto da Galici insieme a Marco Altea, ideatore dell'app Weibull. Il film intreccia tecnologia, amicizia, accessibilità e amore, offrendo uno sguardo profondo sul tema della disabilità, vissuto con forza e dignità. Senza tralasciare il valore artistico, Galici realizza un'opera toccante e coinvolgente, pensata per sensibilizzare e ispirare.

    Run Trip Life è stato definito da Antonello Zanda come una perfetta sintesi tra cinema del viaggio e cinema sociale. Girato in presa diretta durante l’esperienza americana, il film evita la costruzione artificiale tipica dei documentari a tema sociale e si affida invece alla forza del vissuto autentico. Galici non utilizza una troupe, ma si affida alla spontaneità dei momenti condivisi con Marco, cogliendo riflessioni sincere e confessioni che danno spessore al racconto.

    Tra cinema del reale e missione sociale: un film che rompe i confini della rappresentazione

    Nel film non si parla solo di mobilità, tecnologia inclusiva e barriere architettoniche, ma anche di sentimenti, relazioni e quotidianità. Galici racconta l’amore di Marco per Milly, il legame con i genitori, le fragilità e la resilienza. San Francisco diventa il simbolo di un sogno possibile: una città dove l’accessibilità urbana è la norma, ma anche il luogo in cui emergono contraddizioni profonde, tra ricchezza tecnologica e povertà estrema.

    Una storia che commuove e stimola il pensiero: il pubblico reagisce con empatia e consapevolezza

    Durante l'intervista Galici ha raccontato l’impatto che le proiezioni di Run Trip Life hanno avuto sul pubblico. Dai festival italiani ai centri culturali svizzeri, fino alle scuole medie di Lugano, il documentario ha toccato corde emotive inaspettate. I ragazzi più giovani, considerati inizialmente “non pronti” per un tema così profondo, hanno invece partecipato attivamente, mostrando attenzione, commozione e grande sensibilità.

    Karim sottolinea come il film abbia trasformato anche la sua visione del mondo e dell’arte: «L’accessibilità non è un traguardo, ma un punto di partenza per costruire una società più giusta, dove ognuno ha le stesse opportunità». Questo viaggio lo ha spinto a voler continuare a raccontare storie che abbiano un impatto reale sulla vita delle persone.

    Run Trip Life verrà proiettato venerdì 30 maggio alle 20:30 al Cinema Greenwich d’Essai di Cagliari, con la partecipazione del cast e ospiti speciali. Un appuntamento imperdibile per chi vuole lasciarsi toccare da una narrazione vera, che attraversa luoghi, corpi, cuori e idee.

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    8 分